Dichiarazione
di Davos
2018

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Chi siamo

Noi tutti facciamo parte della cultura della costruzione. Siamo noi che diamo forma al nostro ambiente di vita e, a sua volta, l’ambiente antropico, vale a dire l’ambiente che abbiamo progettato e creato, plasma le nostre esistenze. Riflettere su una cultura della costruzione di qualità significa quindi, anche e sempre, porsi due domande di fondo: «Come vogliamo vivere?» e «Come vogliamo risolvere le più pressanti sfide sociali?».

La piattaforma web «Cultura della costruzione Svizzera» stimola il dibattito sul nostro ambiente antropico. Inoltre, affianca i diversi protagonisti attivi localmente e a livello internazionale, aiutandoli a intessere contatti, offre un palcoscenico dove scambiare saperi e conoscenze, ma anche uno spazio in cui trovare fonte di ispirazione.

La piattaforma web «Cultura della costruzione Svizzera» è un progetto in divenire. L’idea nasce dalla volontà comune di tre organismi: la Tavola rotonda Cultura della costruzione svizzera, istituita nel 2010, la Società svizzera degli ingegneri e degli architetti (SIA) e l’Ufficio federale della cultura (UFC).

In seno al gruppo di lavoro responsabile della piattaforma web «Cultura della costruzione Svizzera» collaborano:

Claudia Schwalfenberg
Società svizzera degli ingegneri e degli architetti (SIA)
Caposervizio Temi prioritari
Responsabile Cultura della costruzione

Anne Pfeil
Ufficio federale della cultura (UFC)
Responsabile Basi e progetti

Caspar Schärer
Federazione Architette e Architetti Svizzeri (BSA-FAS)
Segretario generale

Regula Steinmann

Regula Steinmann
Patrimonio svizzero
Responsabile Cultura della costruzione

Norbert Russi
EspaceSuisse
Team Consulenza per lo sviluppo degli insediamenti

Patrick Schoeck-Ritschard

Patrick Schoeck-Ritschard
Federazione Svizzera Architetti Paesaggisti (FSAP)
Direttore generale

Eveline Althaus
Archijeunes
Direttrice

Andrea Schaer
Rete svizzera per il patrimonio culturale
Collaboratrice scientifica Politica e Formazione continua

Daniel Klos

Daniel Klos
Società svizzera degli ingegneri e degli architetti (SIA)
Specialista Temi prioritari, Cultura della costruzione e i Premi Master della SIA

LinkedIn

Dialogo

Come vogliamo vivere? Come possiamo risolvere le sfide sociali più impellenti? In Svizzera, il dialogo sulla cultura della costruzione è molteplice e impegnativo, prende vita attraverso diversi canali e sulla piattaforma «Cultura della costruzione Svizzera» acquista visibilità. Quali sono le idee, i progetti o le visioni politiche che animano la discussione? Lasciatevi ispirare dalla domanda del mese e partecipate al dibattito, tramite il canale LinkedIn di «Cultura della costruzione Svizzera» o i vostri canali.

Domanda del mese

Che cosa significa funzionalità?

La funzionalità costituisce parte integrante della cultura della costruzione, poiché garantisce che gli edifici siano progettati in modo da soddisfare le esigenze dell’utenza. La cultura della costruzione però va ben oltre la mera funzionalità; essa riflette infatti anche i valori culturali, estetici e storici di una regione. Da un’interazione armoniosa tra funzionalità e aspetti culturali nasce un’architettura che non si limita ad essere soltanto funzionale, ma anche portatrice d’identità.

Erol Doguoglu
Architetto e capo del servizio cantonale delle costruzioni, San Gallo

La funzionalità dei ponti risiede nella loro capacità di portare in tutta sicurezza carichi di traffico definiti all’interno di uno specifico profilo spaziale. Questa funzionalità è fondamentale per i ponti. Tuttavia, da sola, non è sufficiente per creare una cultura della costruzione. I ponti devono sempre essere di elevata qualità anche dal punto di vista economico ed estetico, tutto ciò consumando le minori risorse possibili. Quando si parla di conservazione dei ponti, i professionisti considerano la cultura della costruzione una vera e propria sfida, nella migliore delle ipotesi. I ponti, tuttavia, vanno visti e compresi come cultura della costruzione solo così, infatti, è possibile garantire la loro conservazione a un elevato livello qualitativo.

Eugen Brühwiler
Professore emerito all'EPFL

Gli spazi pubblici sono sottovalutati?

Ni. Dipende dal tipo e dall’ubicazione dello spazio pubblico, nonché dagli interessi dei gruppi target. Gli spazi pubblici nei centri cittadini, come ad esempio a Lucerna, sono molto curati, si prestano a tante attività e fanno parte del marketing della città. Nei quartieri urbani, tuttavia, spesso risulta carente la qualità della permanenza. Non servono piazze ampie: anche i piccoli «pocket park» con la possibilità di sedersi senza per forza consumare qualcosa possono avere un grande impatto e contribuire alla vita del quartiere.

Sibylla Amstutz
Responsabile Ricerca in architettura d’interni HSLU, Comitato dell’Associazione svizzera degli architetti d’interni (VSI.ASAI.)

Non si potrà mai sopravvalutare lo spazio pubblico: la mediterraneizzazione dello stile di vita invoglia a stare all’aria aperta. La differenziazione sociale e la densificazione urbana fanno nascere l’esigenza di luoghi di incontro. E la digitalizzazione rafforza il bisogno di autocoscienza nel mondo fisico. Ciò rende allora più importanti che mai i salotti pubblici e gli spazi aperti ben progettati. I quali vantano una lunga tradizione. Ci sono molti modi per immergersi nel passato e nel presente delle piazze svizzere. Uno di questi è l’app Swiss Squares, che vi porta alla scoperta di 175 piazze.

Claudia Schwalfenberg
Capo Servizio Temi prioritari, responsabile Cultura della costruzione, Società svizzera degli ingegneri e degli architetti (SIA)

Misure di sgravio: sì o no?

A Palazzo federale il consuntivo provvisorio lo dimostra: il temuto deficit di 2,6 miliardi di franchi è svanito nel nulla. Sulla base di questa constatazione e sapendo che andiamo incontro a un crescente riscaldamento climatico, ma anche all’estinzione di molte specie, i tagli annunciati sono, a dir poco, decisamente fuori posto. Circa un quarto dei risparmi previsti concerne infatti la protezione della natura e del clima, così come i trasporti pubblici. Il pacchetto risparmio si trasforma dunque in un pacchetto di ignoranza che peserà enormemente sulle spalle delle prossime generazioni. Una natura intatta è la nostra assicurazione sulla vita. E allora non scaviamoci la fossa da soli!

Stefan Kunz
Responsabile Politica e Affari internazionali, membro della Direzione di Pro Natura

No, non nella forma attuale. Le misure di sgravio applicabili dal 2027 colpiscono oltre misura l’ambito della cultura della costruzione, trasferendo l’onere finanziario sui Cantoni. Un taglio di 12 milioni di franchi, vale a dire pari a quasi il 10 per cento dell’importo previsto nel messaggio sulla cultura, ha gravi conseguenze sulla conservazione dei monumenti storici e dei siti archeologici. Insomma, il giro di vite previsto dalla Confederazione per quanto riguarda i fondi a favore della formazione e del perfezionamento professionale di specialisti, ma anche per quanto concerne il finanziamento degli interventi di servizio civile, non fa che indebolire ulteriormente la tutela dei monumenti e dei siti archeologici.

Sebastian Steiner
Direttore Rete svizzera per il patrimonio culturale (ex NIKE)

Quanto è valido il Progetto territoriale Svizzera 2050?

È un modello condiviso fra i livelli istituzionali che tiene conto delle diversità facendo buon uso del suolo. L’edizione 2012 va aggiornata affrontando sfide climatiche, perdita di biodiversità, crescita demografica e approvvigionamento di energia. Mantenendo la sua struttura chiara e pragmatica, sono da rafforzare strategie, ridefinire priorità e aggiungere nuovi ambiti d’intervento validi per tutto il Paese. La tutela e l’incremento delle basi naturali della vita richiedono una nuova ponderazione di interessi per sviluppare insediamenti rispettosi del clima e socialmente responsabili.

Francesca Pedrina
Copresidente Federazione svizzera degli urbanisti FSU

Sono deluso. Il progetto non soltanto, nel concreto, si rivela meno attuabile rispetto alla versione del 2012, ma non affronta nemmeno veramente le principali sfide che il futuro pone e che andranno a caratterizzare lo sviluppo territoriale della Svizzera, penso ad esempio all’obiettivo dello zero netto entro il 2050. A prescindere dal fatto che, da qui al 2050, c’è troppo poco tempo per attuare in modo serio una strategia territoriale su scala nazionale, devo dire che ogni pianificazione infrastrutturale nazionale va già ben oltre!

Andreas Schneider
Professore in sviluppo territoriale, Scuola universitaria professionale della Svizzera orientale (OST)

Quanto è importante la forma nell’architettura del paesaggio?

L’idea concettuale che sta alla base della progettazione di uno spazio paesaggistico potrebbe certamente essere sviluppata in modo «amorfo», cioè senza riflettere su quali forme scegliere. Eppure, il contesto ci obbliga a cercare strutture che possano confluire nella progettazione e darle una forma espressiva. Ed è proprio tale espressione, la forma appunto, a decidere se la progettazione di uno spazio, nel suo contesto specifico, può dirsi riuscita: le forme creano ordine, risvegliano emozioni e danno un orientamento. Forgiano la percezione delle dimensioni, delle proporzioni e della materialità. Perché un’architettura del paesaggio possa dirsi riuscita la forma è insomma essenziale.

Sonja Müller
Architetta del paesaggio SUP FSAP, partner META Landschafts­architektur

Guardiamo le foglie: nelle regioni fredde hanno bordi frastagliati, nella foresta pluviale sono dotate di punte di sgocciolamento, mentre nel deserto hanno uno spessore maggiore. In natura, la forma rispecchia sempre la funzione. Anche l’architettura del paesaggio sfrutta questa stessa strategia nel modellare lo spazio circostante. La forma nasce dai requisiti che il contesto pone – permette di creare oasi resilienti al clima, promuove la biodiversità e genera rifugi urbani. Per i 100 anni della FSAP si evince con chiarezza come l’architettura del paesaggio si sia trasformata in uno strumento che non si limita a perseguire principi estetici, ma integra funzioni vitali, proprio come accade nel processo evolutivo.

Jan Forster
Fondatore e direttore Forster Paysages SA, membro del comitato e tesoriere FSAP

Quali aspettative ripone nel PNR Cultura della costruzione?

Il Programma nazionale di ricerca «Cultura della costruzione» (PNR 81) non dovrebbe essere soltanto un motore di spinta per la promozione delle innovazioni scientifiche bensì servire anche da catalizzatore per la trasformazione sociale. Il PNR 81 offre inoltre un’occasione unica per considerare l’ambiente progettato e costruito come un bene culturale e sociale portatore d’identità. L’obiettivo è quello di sviluppare soluzioni con cui creare qualità legate alla cultura della costruzione che possano servire da modello. Ciò richiede il consolidamento degli approcci e l’istituzionalizzazione di una rete tra ricerca, prassi e amministrazione.

Adrienne Grêt-Regamey
professoressa in pianificazione del paesaggio, ETH di Zurigo, Chair of Planning Landscape and Urban Systems

Mi aspetto che il Programma nazionale di ricerca «Cultura della costruzione» possa fornire delle risposte sostenibili alle sfide attuali: il Programma promuove la riflessione scientifica sulla «cultura della costruzione» e contribuisce a sancirla nel discorso teorico. Nel quadro dei progetti di ricerca sorgono nuove soluzioni orientate all’azione che potranno migliorare concretamente la cultura della costruzione svizzera. E, non da ultimo, mi attendo che il programma agisca su ampia scala, creando una rete tra le discipline, le sfere specialistiche e l’intera collettività, unendole nella ricerca comune della qualità, dando così un impulso significativo per il futuro.

Nina Mekacher
direttrice del Dipartimento di Conservazione e Restauro presso l’Università delle Arti di Berna (HKB)

Cosa significa “bellezza”?

«La bellezza non è che una promessa di felicità», scriveva Stendhal, mettendo così in discussione i canoni classici, successivamente seguito da Nietzsche e Adorno. Dalla letteratura alla filosofia, dall'arte alla cultura della costruzione, questa idea invita a concepire, costruire, preservare o trasformare luoghi fisici e spirituali per realizzare la felicità attraverso la dimensione estetica della soggettività individuale. Dopo decenni di divieti, la cultura della costruzione riafferma la ricerca della bellezza, rispondendo al bisogno contemporaneo di una promessa di felicità e di spazi per concretizzarla.

Salvatore Aprea
Direttore, Archives de la construction moderne, Politecnico federale di Losanna

La bellezza è relativa. La bellezza cresce, si perde, affascina e vive solo tra le persone. Ci circonda ovunque camminiamo, guardiamo, ascoltiamo, annusiamo, tocchiamo e sentiamo. La bellezza fa bene. Bisogna imparare a riconoscerla. Solo i miei studi di architettura mi hanno aperto gli occhi per esempio sulla bellezza nascosta di uno stabilimento industriale di cemento dismesso. A molte persone manca questo occhio allenato. Sarebbe bello se noi architetti riuscissimo ad aprire più occhi.

Helen van Vemde
Fondatrice e Presidente del Consiglio di fondazione, Sotto Voce Fondation

Cosa spera per la cultura della costruzione nel 2025?

La mia speranza per il 2025 è che saremo in grado di diffondere una comprensione più ampia del mantenimento e dell'ulteriore sviluppo di un elevato standard di cultura della costruzione. Nessuno è contrario alla cultura della costruzione di qualità di per sé. Eppure deve sempre essere negoziata e difesa da altre rivendicazioni. A Basilea, dal 2018 cerchiamo un ampio dialogo con la popolazione con il «Forum Städtebau Basilea 2050» e affrontiamo il tema della cultura della costruzione in vari formati. Spero che attraverso il dialogo, la cooperazione e la negoziazione riusciremo a conciliare nel 2025 ad esempio la necessaria offensiva solare con le preoccupazioni di un buon design.

Beat Aeberhard
Architetto cantonale Basilea Città

Per me, la cultura della costruzione è il legame tra la storia e la pianificazione del domani. Per il 2025, mi auguro che un'attenta gestione del patrimonio costruito che caratterizza le nostre città e i nostri villaggi possa costituire un ponte per lo sviluppo di nuove idee o addirittura visioni per la vita e la convivenza delle persone. In questo contesto, i monumenti e gli insediamenti non sono solo casa, ma anche un punto di partenza e una fonte di ispirazione.

Barbara Franzen
Direttrice generale CSSM, Conferenza svizzera delle soprintendenti e dei soprintendenti ai monumenti

L'ISOS è una maledizione o una benedizione?

Per me, un inventario come ISOS è prima di tutto un elenco di luoghi da godere e da fare propri. Lo sviluppo delle aree edificate in modo da rispettare la sostanza, la struttura o almeno il carattere dell'ambiente circostante svolge un ruolo importante nell'aiutare le persone a identificarsi con il luogo in cui vivono. In questo senso, ISOS è una garanzia di qualità. Naturalmente non sono ingenuo e so che ISOS è anche un terreno di scontro, ma capisco poco coloro che lo vedono come il principale freno allo sviluppo dell'edilizia e che lo considerano un intervento superfluo del governo federale negli affari locali.

David Vuillaume
Segretario generale Patrimonio Svizzero

Conciliare la tutela del patrimonio edilizio (ISOS), la densificazione di qualità verso l'interno (LPT) e il fabbisogno energetico sul territorio è un vero rompicapo per i comuni svizzeri. Risanare gli edifici storici e aumentare la densità per combattere l'espansione urbana spesso mina il carattere delle località. ISOS svolge un compito centrale: evitare che si verifichino danni irreversibili. Per quanto importante, le autorità locali devono avere il margine di manovra necessario per sviluppare i loro siti in modo che ISOS non abbia un effetto «cartolina».

Claudia Kratochvil-Hametner
Direttrice Associazione dei Comuni Svizzeri

Il vostro consiglio di cultura della costruzione per l'autunno?

Il mio consiglio: scoprire gli inizi della cultura della costruzione in un contesto contemporaneo. Il Laténium, sulle rive del lago di Neuchâtel, offre uno scorcio delle testimonianze archeologiche che hanno preannunciato la costruzione di edifici alle nostre latitudini. Il museo mette in evidenza i modi in cui l'uomo ha lasciato la sua impronta sull'ambiente per vivere meglio in esso. In quei tempi lontani, i nostri antenati proteggevano le loro focolari con la pietra, erigevano megaliti e costruivano stazioni palafitticole: tutti accattivanti segni precursori dell'architettura che conosciamo.

Nicole Bauermeister
Direttrice della Società di storia dell'arte in Svizzera

La cultura della costruzione è un processo orientato al futuro plasmato dalle persone. I lavori del Premio Master della SIA, che quest'anno viene assegnato per la terza volta in collaborazione con il Consiglio svizzero dell'architettura, mostra come tale processo si stia sviluppando. I 33 progetti degli studenti nominati, provenienti dalle università svizzere, riflettono i temi attuali dell'insegnamento e della ricerca che oggi conferiscono un'impronta al discorso accademico e che in un futuro non troppo lontano influenzeranno la cultura della costruzione realizzata. I progetti saranno esposti alla ZHAW di Winterthur dal 7 ottobre fino alla cerimonia di premiazione del 17 ottobre 2024.

Peter Staub
Direttore dell'Università di Scienze Applicate di Berna - Architettura, Legno e Costruzione

La Svizzera è abbastanza libera da ostacoli?

No, c'è ancora molto da fare. Non si dà abbastanza peso alla caratteristica qualitativa decisiva: gli spazi costruiti devono essere facilmente accessibili e poter essere utilizzati in vari modi da persone in tutte le situazioni di vita e di tutte le età. La costruzione senza ostacoli fa parte di una cultura della costruzione olistica e contemporanea. Porta a un notevole aumento del valore e a una migliore qualità della vita per tutti. L'«abitazione adattabile» ne è un esempio: progettati con lungimiranza, gli appartamenti si adattano alle esigenze di ciascun individuo. Occorrono argomenti più convincenti?

Eva Schmidt
Direttrice del Centro svizzero specializzato per l'architettura senza ostacoli

Per gli edifici di proprietà della Città di Zurigo, possiamo attribuire alla costruzione senza ostacoli, come aspetto della sostenibilità sociale, la stessa importanza attribuita agli aspetti ecologici ed economici. Dalla fase iniziale di pianificazione alla procedura per ottenere il permesso di costruire fino all'esecuzione, la costruzione senza ostacoli è parte integrante dei nostri progetti edilizi. Dopotutto Zurigo vuole essere una città vivibile anche per le persone con disabilità, impegnandosi così per una Svizzera senza ostacoli.

Wiebke Rösler Häfliger
Direttrice Amt für Hochbauten (Ufficio edilizia pubblica), Città di Zurigo

Hanno senso le toilette gender neutral?

I servizi igienici sono una questione esistenziale che riguarda la dignità umana, anche se raramente entra nel discorso della cultura della costruzione. I servizi igienici sono di per sé neutri dal punto di vista del genere, tutti ne hanno bisogno con la stessa urgenza. Ma storicamente ci sono più toilette pubbliche per gli uomini. È qui che inizia il trattamento ingiusto delle persone. Sono necessari più servizi igienici per tutte le persone di tutti i generi e nel maggior numero possibile per tutti. È giusto che sia così. Le toilette gender neutral sono una soluzione al problema.

Alexa Bodammer
docente e responsabile di progetto Scuola universitaria professionale di Lucerna

Sì. A casa mia c'è un solo bagno per tutti e non è mai stato un problema. Nel nostro ufficio è la stessa cosa. A mio avviso, quindi, non c'è nulla da obiettare a questo proposito. Una toilette per tutti ci rende consapevoli delle nostre differenze; una per ogni tipo di identità ci separa gli uni dagli altri. Evitare inutili differenziazioni rafforza l'inclusione.

Andreas Ruby
Direttore S AM

Perché la cultura della costruzione è importante per i bambini?

Il modo in cui trattiamo l'ambiente costruito solleva delle domande. Anche i bambini devono analizzare e comprendere il loro ambiente e tradurlo in aspettative. I bambini sperimentano gli spazi dal loro punto di vista personale, definiscono le qualità spaziali soggettive e formulano le loro esigenze su questa base. Abbiamo potuto osservare tutto questo durante il nostro concorso di collage sul tema «Riprogettazione intelligente del mio quartiere con le costruzioni in acciaio» presso la scuola secondaria di Bulle. Questa sensibilizzazione è un compito comune a tutti e i bambini ne fanno assolutamente parte!

Laurent Audergon
Amministratore delegato SZS, Delegato alla cultura della costruzione del Gruppo professionale SIA Ingegneria civile

La formazione nel contesto della cultura della costruzione è essenziale per esperienze di apprendimento vicine alla realtà. Suscita nei bambini e nei giovani la curiosità di confrontarsi con l'estetica, la funzionalità e la sostenibilità di ambienti ben strutturati e con l'interazione sociale che vi si svolge. La formazione nel contesto della cultura della costruzione promuove la consapevolezza della partecipazione e della responsabilità mediante il lavoro di gruppo creativo e partecipativo.

Barbara Windholz
Consiglio della Conferenza delle scuole pedagogiche svizzere, Presidente di LABforKids

Qual è la differenza tra architettura e architettura d'interni?

L'architettura si concentra sulla progettazione spaziale e sulla costruzione di edifici in un contesto più ampio. L'architettura d'interni si concentra invece sulla progettazione e sull'utilizzo degli spazi interni. L'architettura e l'architettura d'interni sono di importanza decisiva per l'effetto complessivo e la funzionalità di un edificio. Entrambe le discipline dipendono l'una dall'altra, devono completarsi a vicenda, fondersi l'una nell'altra o talvolta addirittura contrastarsi. È quasi necessario che instaurino una sorta di relazione d'amore. Solo così sarà possibile creare edifici concepiti in modo olistico e architettonicamente eccezionali.

Stefan Graf
Bauart Architekten und Planer

La differenza sta spesso nella scala. Se l'architettura inizia su larga scala e si sviluppa nella profondità degli ambienti, l'architettura d'interni inizia su scala ridotta. Parte dalle persone e dalle loro esigenze e prosegue poi con la progettazione degli spazi, tenendo conto degli aspetti estetici, funzionali, strutturali e tecnici e dell'ambiente culturale, sociale, economico ed ecologico degli utenti. Dall'interno verso l'esterno e dall'esterno verso l'interno, come Peter Zumthor descrive giustamente il suo modo meticoloso di lavorare.

Remo Derungs
Presidente VSI.ASAI.

In che modo la Biennale d'arte ispira la cultura della costruzione?

Le recenti edizioni della Biennale hanno, tra l'altro, ospitato artisti il cui lavoro si è mantenuto lontano dalle luci della ribalta. Questa scelta curatoriale ha permesso a un pubblico internazionale di fare importanti scoperte nella cornice di uno dei principali appuntamenti culturali del mondo. La cultura della costruzione prospera non solo grazie alle opere di autori famosi, ma anche per merito di una serie di posizioni meno conosciute, ma onnipresenti. La strategia della Biennale ci ispira a riconoscere le qualità di fondo di un ambiente costruito che va oltre i gesti eclatanti.

Victoria Easton
membro della Commissione federale d'arte e partner di Christ & Gantenbein

La cultura della costruzione deve consentire alla diversità di partecipare all'identità culturale. La Biennale di Venezia 2024 «Stranieri ovunque - Foreigners everywhere» evidenzia la natura globale della condizione di essere o sentirsi stranieri, confermando il valore culturale dell'espressione derivante da questa condizione o sensazione. Per la cultura della costruzione, è un esempio stimolante andare a Venezia per osservare le arti visive, che sembrano prendere sul serio una delle più grandi sfide contemporanee: creare una società capace di includere le singolarità...

Adrien Jutard
membro del comitato centrale di visarte.ch

Come risolvere la carenza di alloggi?

Consentire di costruire, eliminare i blocchi: le lunghe code che oggi osserviamo davanti agli appartamenti sono anche una conseguenza dell'invisibile attesa di mesi per ottenere i permessi di costruzione, ulteriormente prolungata da ricorsi illegittimi. Sfruttare correttamente le scarse zone edificabili: più alto è il tasso di utilizzo e più bassi sono gli standard di distanza tra i confini, più un sistema edilizio ad alta densità può creare spazio abitativo su una zona edificabile limitata. Anche rendere più flessibili i piani di zona può essere utile. Diamoci da fare per sbloccare insieme l'edilizia residenziale, perché solo se saranno (ri)costruiti potremo trovare gli appartamenti adatti alle nostre esigenze.

Karin Bührer
amministratrice delegata Entwicklung Schweiz (Sviluppo Svizzera)

Solo insieme, investitori, progettisti e autorità. Con i suoi strumenti, la pianificazione del territorio può fornire un contributo fondamentale allo sviluppo centripeto ottimale e, di conseguenza, a uno spazio abitativo orientato alla domanda. I comuni che riescono in questa impresa sono quelli che agiscono in modo proattivo e lungimirante, coinvolgendo le parti interessate con tempestività. E: laddove sarà possibile dimostrare che la densificazione preserva le qualità, elimina i deficit e crea valore aggiunto, essa verrà anche accettata.

Damian Jerjen
direttore di EspaceSuisse

La cultura della costruzione deve essere sancita per legge?

La sempre più carente qualità degli spazi vitali edificati può essere corretta solo attraverso un maggiore coordinamento delle politiche settoriali, una migliore cooperazione tra le parti interessate e obiettivi comuni di cultura della costruzione. Potremo diventare più efficienti solo disponendo di norme di legge chiare, che non siano ulteriori regole che generano costi aggiuntivi, ma direttive volte a migliorare la pianificazione e la costruzione. Una base giuridica che possa garantire un alto livello di cultura della costruzione, quindi, è tanto necessaria quanto urgente.

Oliver Martin
responsabile della sezione Cultura della costruzione, Ufficio federale della cultura

Sì, il radicamento di una concezione globale della cultura della costruzione nella Legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio è importante. Solo con una cultura della costruzione globale possiamo risolvere sfide sociali urgenti come la carenza di alloggi, il cambiamento climatico o la scarsità di risorse. Sancire il tutto per legge consentirà alla Confederazione di promuovere la cultura della costruzione, favorendo, non da ultima, anche l'educazione alla cultura della costruzione di bambini e giovani: solo chi è in grado di esprimere giudizi competenti può dare un contributo qualificato allo sviluppo del nostro spazio vitale.

Eveline Althaus
direttrice di Archijeunes

Quale contributo apportano gli archivi alla cultura della costruzione?

Se parliamo di archivi come di «istituzioni della memoria» e se, riferendoci alla «cultura della costruzione», intendiamo le caratteristiche di cosa e di come progettare i nostri ambienti di vita e di lavoro, c’è una cosa che mi sta a cuore: chi vuole costruire meglio il futuro, deve capire il passato e saper giudicare il presente. Per questo ci vogliono, tra le altre cose, archivi in grado di fornire informazioni affidabili e trasferire conoscenze, meglio se in modo dinamico. (Foto: Bettina Matthiessen)

Yvonne Radecker
Direttrice Material-Archiv

Gli archivi del progetto (denominazione che tiene conto di quelle discipline – ingegneria, urbanistica, paesaggismo, design, ecc. – rappresentate, accanto all’architettura, in questi complessi documentari) contribuiscono alla cultura della costruzione grazie all’attività di valorizzazione e divulgazione scientifica ch’essi promuovono a partire dai loro fondi, per il necessario legame che corre tra conservazione e studio, che non possiamo considerare come due momenti distinti, ma come un medesimo atto intimamente connesso.

Nicola Navone
Vicedirettore Archivio del Moderno, USI

Swissbau è una roccaforte della cultura della costruzione?

La cultura della costruzione è una cultura viva. Lo scambio tra i diversi attori e le diverse discipline dell'ambiente costruito è di fondamentale importanza. La pianificazione lungimirante del nostro spazio abitativo e l'alta qualità del paesaggio fanno parte della cultura della costruzione tanto quanto l'attenta progettazione e realizzazione dei singoli progetti. Pianificatori territoriali, paesaggisti, architetti, imprenditori edili, muratori: tutti si incontrano a Swissbau per conoscere lo stato dell'arte e discutere le sfide del futuro. In questo senso, la Swissbau è senza dubbio una roccaforte, un luogo, una parte della cultura della costruzione.

Peter Wullschleger
segretario generale della FSAP dal 1995 al 2023

Il programma Swissbau riflette la seguente situazione iniziale: l'industria delle costruzioni sta affrontando grandi cambiamenti e al momento è chiamata a fronteggiare sfide importanti come gli obiettivi in materia di risorse e clima, l'economia circolare e lo sviluppo centripeto. Tutti questi argomenti sono legati agli otto criteri del «Sistema Davos per la qualità nella cultura della costruzione». Da questo punto di vista, Swissbau è una roccaforte della cultura della costruzione.

Cristina Schaffner
Direttrice di Costruzionesvizzera

Che cosa ha a che vedere il Natale con la cultura della costruzione?

A Natale le attenzioni sono rivolte alla convivialità e alla famiglia. Anche la cultura della costruzione, per dirsi riuscita, deve essere plasmata e vissuta collettivamente, dai diversi attori coinvolti. Le feste e la cultura sono anch’esse accomunate dalla necessità di fare un uso responsabile, creativo e sostenibile dei mezzi a disposizione. A tale proposito, e a prescindere che si tratti di Natale o di pratiche legate alla cultura della costruzione, possono servirci da bussola alcuni elementi strutturanti, adattabili ai diversi contesti, strumenti che possono essere costantemente rinnovati e tutelati, nell’ottica di una tradizione vera e vissuta.

Monika Litscher
Monika Litscher, vicedirettrice Unione delle città svizzere

In inverno, durante la stagione più buia dell’anno, e in particolare nel periodo natalizio, trascorriamo più tempo all’interno, nel tepore delle mura domestiche. In questo momento dell’anno, poter fruire di spazi di qualità è un aspetto che acquista ancora più importanza e concerne sia i locali in cui viviamo sia gli altri spazi in cui ci capita di intrattenerci. Alcuni luoghi pubblici, illuminati e addobbati a festa, ci fanno sentire bene. Anche se fuori fa freddo, l’accoglienza degli spazi ci trasmette calore e senso di protezione.

Caspar Schärer
segretario generale BSA-FAS

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